Estero

Le parole di Salvador Allende e l’imperialismo dei giorni nostri!

Questo post lo dedichiamo al Leader Cileno, Salvador Allende, vittima l’11 settembre di 23 anni fa, di un colpo di stato foraggiato sempre dal male assoluto: gli Stati Uniti. 

Le sue parole, sia dell’intervento all’ONU del 4 dicembre 1972 che quelle rilanciate su Radio Magallanes durante il golpe militare, sono di un’attualità agghiacciante. Questo perché il modus operandi del neoliberismo DISTRUTTIVO è sempre lo stesso. La storia si ripete eppure non riusciamo a ricordarla!

ONU, 4 dicembre 1972, MEMORABILE discorso del Presidente Cileno, Salvador Allende, eletto democraticamente due anni prima, che denunciò apertamente lo strapotere delle multinazionali che stavano sottraendo il potere alle democrazie in tutto il mondo.

Video: 

Discorso:

Ci troviamo davanti a un vero scontro frontale tra le grandi corporazioni internazionali e gli Stati. Questi subiscono interferenze nelle decisioni fondamentali, politiche, economiche e militari da parte di organizzazioni mondiali che non dipendono da nessuno Stato.

Per le loro attività non rispondono a nessun governo e non sono sottoposte al controllo di nessun Parlamento e di nessuna istituzione che rappresenti l’interesse collettivo. In poche parole, la struttura politica nel mondo sta per essere sconvolta.

Le grandi imprese multinazionali non solo attentano allo sviluppo dei paesi in via di sviluppo, ma la loro azione incontrollata e dominatrice agisce anche nei paesi industrializzati in cui hanno sede.

La fiducia in noi stessi, che incrementa la nostra fede nei grandi valori dell’umanità, ci dà la certezza che questi valori dovranno prevalere e non potranno essere distrutti.

Queste parole sono di un’attualità disarmante. Eppure sono state pronunciate ben 23 anni fa. A noi torna in mente immediatamente il TTIP, Partenariato Transatlantico sul Commercio e sugli Investimenti,  di cui si parla da diversi mesi. Le corporazioni che già oggi hanno un potere gigantesco, dove violentano continuamente intere nazioni, vogliono dare il KO finale alla società civile! Allende l’ha denunciato 24 anni fa. Già altri trattati imposti dagli Stati Uniti hanno distrutto intere nazioni. Soprattutto quelle in via di sviluppo!

10 mesi dopo, l’11 Settembre del 1973, un golpe militare, foraggiato dai soliti distruttivi Stati Uniti, l’ha deposto!

Video:

Discorso:

Questa è l’ultima occasione che avrò per rivolgermi a voi. La Forza Aerea ha bombardato i ripetitori di Radio Portales e di Radio Corporacion.

Le mie parole non sono di amarezza, ma di disillusione, e saranno esse il castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento fatto: i soldati del Cile, i comandanti in capo titolari; l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato, nonché il signor Mendoza, generale abietto, che solo ieri aveva manifestato la sua fedeltà al governo, e si è autoproclamato anch’egli Direttore Generale dei Carabineros.

Davanti a questi fatti, posso solo dire ai lavoratori: IO NON RINUNCERÒ.

Trovandomi in un momento cruciale della storia, pagherò con la mia vita la lealtà del popolo. E vi dico che ho la certezza che il seme che depositammo nella coscienza degna di migliaia di cileni, non potrà essere falciato via definitivamente.

Hanno la forza, potranno abbatterci, ma i processi sociali non si arrestano né con il crimine né con la forza. LA STORIA È NOSTRA E LA FANNO I POPOLI.

Lavoratori della mia patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete da sempre dimostrato, per la fiducia che avete riposto in un uomo che è stato solo interprete di grandi aneliti di giustizia, che aveva dato la sua parola di rispettare la costituzione e la legge, e così ha fatto: in questo momento finale, l’ultimo in cui potrò rivolgermi a voi, voglio che fate tesoro della lezione: il capitale estero, l’imperialismo, insieme al reazionarismo, hanno creato il clima affinché le Forze Armate rompessero la loro tradizione, quella insegnata da Schneider e riaffermata dal comandante Araya.

Sono vittima dello stesso settore sociale che oggi starà nelle proprie case, in attesa di riconquistare il potere con mani altrui, per poter continuare a difendere i loro orticelli e i propri privilegi.

Mi rivolgo, soprattutto, alla donna umile della nostra terra, alla contadina che ha creduto in noi, all’operaio che ha lavorato di più, alla madre che ha capito la nostra preoccupazione per i suoi figli.

Mi rivolgo ai funzionari della patria, ai funzionari patrioti, a coloro che giorni fa hanno lavorato contro la sommossa promossa dalle corporazioni professionali, corporazioni di classe atte anch’esse a difendere quei vantaggi che una società capitalista concede a pochi.

Mi rivolgo alla gioventù, a coloro che hanno cantato, che hanno dato in dono la loro allegria e il loro spirito di lotta.

Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a coloro che saranno perseguitati… perché nel nostro paese il fascismo c’è già da tempo, negli attentati terroristici facendo saltare ponti, tagliando linee ferroviarie, distruggendo oleodotti e gasdotti, innanzi al silenzio di coloro che avevano l’obbligo di intervenire, ma erano implicati.

La storia li giudicherà. Sicuramente Radio Magallanes verrà fatta tacere e la mia voce metallica e tranquilla non giungerà a voi. Non fa nulla, continuerete a udirmi. Sarò sempre accanto a voi. Il mio ricordo, perlomeno, sarà quello di un uomo degno che fu leale alla lealtà dei lavoratori.

Il popolo deve difendersi, ma non sacrificarsi.

Il popolo non deve farsi sterminare né massacrare, ma non può nemmeno lasciarsi umiliare.

Lavoratori della mia patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento buio e amaro, nel quale il tradimento pretende di imporsi.

Andate avanti, e sappiate che, ben presto, si apriranno di nuovo i grandi viali lungo cui transiterà l’uomo libero verso la costruzione di una società migliore.

Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!

Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, quantomeno, sarà una lezione morale che punirà la fellonia, la vigliaccheria e il tradimento.

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Ci farebbe piacere che queste parole restassero impresse nella mente di ognuno di noi. Soprattutto nella mente dei Venezuelani, degli Ecuadoregni, dei Boliviani e di tutti quei popoli che stanno subendo attacchi violentissimi da parte del neoliberismo che li spinge a colpevolizzare i propri governi. Non fate il gioco dell’imperialismo distruttivo. Proteggete la vostra nazione!  

Prima del golpe tratto da L’11 settembre 1973 in Cile

Il 3 novembre del 1970 il leader del Partito Socialista Salvador Allende era stato eletto presidente del Cile, guidando un’ampia coalizione di sinistra. Oltre all’appoggio degli operai e degli studenti, aveva l’aiuto della borghesia progressista e di molti intellettuali di sinistra (Pablo Neruda e Victor Jara, per citare solo i più conosciuti). Allende iniziò subito a muoversi per realizzare una riforma in senso socialista della società cilena. Fu avviato un programma di nazionalizzazione delle miniere e delle principali industrie private, fu creata una sorta di tassa sulle plusvalenze, fu decisa una riforma agraria e annunciata una sospensione del pagamento del debito estero. Furono molte le riforme anche dal punto di vista sociale: l’introduzione del divorzio, l’annullamento delle sovvenzioni statali alle scuole private, l’estensione del congedo di maternità.

La politica di Allende, sempre più orientata a sinistra, e i suoi stretti rapporti con Cuba – Fidel Castro trascorse un mese a Santiago nel 1971 – furono accolte con preoccupazione dalla gran parte della borghesia cilena, dai proprietari terrieri, dagli imprenditori, dalla Chiesa Cattolica e dagli Stati Uniti, spaventati dalla possibilità che il comunismo contagiasse il Sudamerica.

Subito dopo la vittoria di Allende, Henry Kissinger, consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di stato durante la presidenza di Richard Nixon, disse: «Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli».

L’amministrazione Nixon cominciò dunque a esercitare una pressione economica sempre maggiore attraverso diversi canali: l’embargo, il finanziamento degli oppositori politici nel Congresso Cileno e, nel 1972, l’inconsueto appoggio economico al sindacato dei camionisti, che portò a continui scioperi e manifestazioni.

L’anno del colpo di stato l’economia cilena era in forte crisi e la situazione sociale e politica molto tesa. Il 29 giugno, un reggimento dell’esercito cileno circondò con i carri armati La Moneda e cercò di rovesciare il governo: il tentativo fallì per l’intervento di una parte “lealista” dei vertici militari, ma fu poi considerato una “prova generale” del colpo di stato del successivo settembre. Il 22 agosto di quello stesso anno, i membri cristiano-democratici e del Partito Nazionale (il centro e la sinistra della Camera dei deputati diventati sempre più compatti nella loro opposizione a Allende) scrissero un documento in cui accusavano il governo di atti incostituzionali e si appellavano all’esercito per rimuovere il presidente. Il documento non ottenne il voto favorevole dei due terzi del parlamento, ma dimostra come anche la situazione politica del governo Allende fosse in grande difficoltà.

Le parole di Henry Kissinger:

 «Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli».

non ti fa tornare in mente le parole di mario monti, giorgio napolitano, saviano e di tutta la feccia che si è pronunciata a seguito del referendum sulla BREXIT?? Hai capito la tirannia europea quant’è bella e buona?

Il popolo non può decidere!

Il popolo è stupido!

Il popolo è irresponsabile!

Capisci in che società di merda viviamo? Comprendi che osanniamo assassini come gli Stati Uniti? Riflettiamo sulla storia, quella vera, non quella studiata a scuola. Rincorriamo la verità. Facciamo tesoro del passato per un futuro migliore. Non possiamo continuare a fare sempre gli stessi errori e portare avanti le stesse opere distruttive. Un mondo di pace è possibile solo senza il neoliberismo distruttivo!

Fonti:

Aurorasito: 11 Settembre: La storia di Allende

Cile. Allende, i due memorabili discorsi del leader socialista